Creta Selvaggia

L’orizzonte aperto sul blu senza confini, il sale che resta sulla pelle asciugandosi al sole, il suono del mare, la sabbia ustionante sotto i piedi, quella luce calda dorata del tramonto che ci porta lontano da ogni pensiero quotidiano.

E ancora il rumore assordante delle cicale nelle orecchie durante le torride ore del primo pomeriggio, i profumi delle erbe locali che salgono dalla terra arsa dal sole, i paesaggi che celebrano una natura selvaggia di bellezza aspra e incontaminata in cui il tempo riassume la sua naturale dimensione.

In una parola, mare, in particolare quello della costa sud-orientale dell’Isola di Creta, che si affaccia sulla parte di Mediterraneo che qui prende il nome di Mar Libico.

Una terra che regala grande fascino tanto dalle lunghe spiagge che si tuffano nelle acque cristalline quanto dalle gole che si inerpicano tra i pendii delle montagne verso l’interno.

Ruvidi scorci di paesaggi rocciosi e brulli si alternano a mille sfumature di blu semplicemente girando lo sguardo.

Le raffiche del Meltemi accarezzano e sferzano a ricordarci la bellezza e la forza di una natura che qui ancora è dominante incontrastata di atmosfere e scenari.

Sorrisi spontanei illuminano i visi segnati dal sole, dal sale e dal vento, racchiudendo in uno sguardo l’essenza e l’autenticità di questi luoghi. Un’ospitalità che ancora sa mantenere molto del proprio valore originario, regalo delle persone che si incontrano esplorando l’isola. Tra gesti e lunghi discorsi che saltellano tra il greco e l’italiano ci si prova ad intendere, una risata e una stretta di mano sono tutto ciò che serve. E non ci resta che ringraziare queste giornate di puro piacere e apprezzare la ricca semplicità di questi luoghi e delle loro persone. Efharistò.

 

Crediti fotografici: Stefano Butturini

 

 

 

 

 

 

 

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