Quando le ferite si trasformano in oro

“Quello che dobbiamo fare non è evitare di vivere, ma imparare a ricomporci dopo le avversità. Raccogli i cocci, Sokei, è arrivato il momento di aggiustare le tue illusioni. Ciò che è rotto può essere ricomposto, e quando lo farai, non cercare di nascondere la sua apparente fragilità giacché si è trasformata ora in una forza manifesta” – tratto da il ‘Sogno di Sokei’ in ‘Kintsukuroi’ di Tomas Navarro

 

Riparare non è un mestiere che, soprattutto nella società occidentale e soprattutto nelle generazioni più giovani, viene considerato di particolare valore. Apprezzare ciò che è stato riparato e riscoprirne la bellezza lo è ancora meno.

In Giappone invece, il kinstukuroi è l’antica arte di riparare le ceramiche che si rompono con l’oro. I frammenti di ceramica vengono raccolti e ricomposti tra loro riempiendo le crepe con pasta d’oro che non solo non nasconde le fratture ma che anzi le esalta e le impreziosisce.

Ciò che noi siamo abituati a nascondere, viene messo in evidenza.

A ciò che i nostri occhi classificano come brutto, viene regalato il materiale più prezioso.

Un graffio, un’ammaccatura, una cicatrice, una crepa … un momento di sofferenza, un dolore, un periodo difficile, un ostacolo sono avvenimenti di una storia, sono passi di un percorso, sono tappe di un tragitto. Sono anch’essi segni del nostro progredire e sta a noi imparare a riconoscerne il valore, intravederne l’opportunità e apprezzarne la forza, allargando la visione all’armonia e all’equilibrio con cui si sta disegnando l’itinerario della nostra crescita lungo il cammino della vita.

Allontanandoci dal quadro e vedendolo nella sua interezza ne apprezziamo ancora più il valore; allo stesso modo possiamo scorgere la bellezza di ciò che, rotto, danneggiato, rovinato, è stato riparato e portato in primo piano da una nuova capacità di osservazione.

E così esiste un momento oltre il quale la bellezza rimane per sempre. Quel momento coincide con il risveglio della consapevolezza di riconoscere le impronte del nostro cammino, apprezzare i capitoli della nostra storia, scoprire il valore delle nostre ferite e comprendere il merito dei nostri errori. Ogni giorno è nostra la scelta di come vogliamo riempiere le nostre crepe.

 

LIBRI CONSIGLIATI:

“Kintsukuroi, l’arte giapponese di curare le ferite dell’anima”, Tomas Navarro

 

Crediti fotografici: Stefano Butturini

 

 

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