Isole e Slow Life
“Less is more”: un concetto che spesso sento promuovere come chiave di volta per migliorare la qualità di vita, e che allo stesso tempo altrettanto spesso trovo difficile applicare, in una realtà quotidiana dove la ricchezza di input – professionali, di divertimento, di apprendimento, … – può risultare ingombrante.
Ho conosciuto le Eolie poco più di sette anni fa, e alla prima, molte altre visite sono seguite fino a far diventare questo arcipelago di isole vulcaniche nel blu del mediterraneo una meta abituale dove periodicamente sento l’esigenza di trascorrere un po’ di tempo.
Negli anni ho capito che l’attrazione esercitata dall’isola, nella sua dimensione selvaggia e ancora non troppo battuta, non è solo legata alla bellezza dei paesaggi, al calore del sole e alla vastità del mare, ma ha radici più profonde, fortemente legate ad un potere terapeutico che l’isola riesce ad esercitare su me stessa.
Isola significa per me essenzialità, il regalo di una pausa preziosa da uno stile di vita che talvolta può essere travolgente. Incarna una dimensione di slow life, in cui i ritmi rallentano, i ragionamenti si placano, i pensieri si semplificano, i desideri si focalizzano, le attività si selezionano … in un rituale di purificazione da cui emergono aspetti che tra gli stimoli offerti dalla vita in città a volte si perdono.
Sull’isola le distanze si concentrano e il tempo si distende, le priorità si riorganizzano e la progettualità, alleggerita dagli strati che si possono lasciare andare, si definisce con maggiore chiarezza.
Il silenzio pulisce le idee, la riduzione degli impegni ridefinisce gli obiettivi, lo stile di vita meno frenetico facilita il rilassamento e con esso la focalizzazione sull’ascolto e sul sentire … e le giornate acquistano quella semplicità potente, vera fonte di energia rigenerante, che sembra quasi ovvia quando raggiunta ma che fatico a riconoscere nella fitta rete di attività in cui talvolta cerco di nascondermi.
Crediti Fotografici: Stefano Butturini
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