Dalla fotografia DELL’Hotel alla fotografia PER l’Hotel
Da sempre il mondo del viaggio è legato alla fotografia. Anche prima della diffusione degli smartphone, chi non aveva una macchina fotografica, compatta, usa e getta, o reflex per gli appassionati, per immortalare i luoghi visitati? Le fotografie sono da sempre un immancabile souvenir.
“Ma quel bottino iconico ha cambiato funzione. Non è più il certificato visuale dell’avvenuto consumo di luoghi incontrati, scoperti, sconosciuti. È la verifica, per immagini, di un’aspettativa di luoghi già visti e consumati in immagine. Il viaggio sarà soddisfacente se corrisponderà a quel che avevamo già visto. Dal souvenir al prevenir” scrive Michele Smargiassi nell’articolo “Dal souvenir al prevenir. La fotografia e il viaggio”, pubblicato nel suo blog su Repubblica il 14 luglio 2017.“[…] Ma il viaggio, così, cambia la sua essenza. Diventa, per Marc Augé, “analogo a una verifica: per non deludere, la realtà dovrà assomigliare alla sua immagine”. Ce la farà, oggi che l’immagine dopata dai programmi elettronici è ormai molto, ma molto più attraente della realtà? Un altro genere di delusione è in agguato: non quella che ti riserva l’ignoto, ma quella che tradisce il già noto.”
Leggere le parole di Smargiassi mi ha fatto riflettere sull’opportunità di un cambio di ruolo della fotografia di hotel, per mantenerne viva l’essenza e non perderne la potenzialità: un passaggio da un approccio statico della fotografia DELL’hotel ad un approccio dinamico della fotografia PER l’hotel.
Il cambiamento è l’essenza dell’evoluzione; ogni hotel ha una storia da raccontare, e ogni sua dimensione cambia con il progredire della sua storia.
Vengono cambiati i piani tariffari, le proposte e le offerte, nuovi testi per le brochure sostituiscono quelli che non rappresentano più la struttura, viene aggiornato il sito web, il personale viene costantemente formato … eppure, spesso, nuove immagini professionali vengono scattate solo quando viene rinnovato l’arredamento o c’è una nuova spa.
Le fotografie sono un modo di raccontarsi, attraverso di esse l’hotel esprime il proprio approccio all’ospitalità. L’immagine riesce a toccare le corde del cuore e delle emozioni, bypassando la nostra parte razionale ed è un canale privilegiato per descrivere l’unicità di una struttura e del suo personale stile di accoglienza.
Certo servono le fotografie delle camere, del ristorante, dei piatti e della piscina, … come abbiamo detto, vogliamo vedere gli spazi in cui trascorreremo il nostro soggiorno. Ma usare la fotografia solo a questo scopo è come uscire in barca a vela e rimanere sempre a poche miglia dal porto. Si utilizza solo una delle sfumature che la fotografia può offrire. Ma con un barca a vela si può navigare, alla scoperta di nuove coste, in mare aperto.
Con le immagini possiamo raccontare il backstage della creazione di un nuovo piatto, l’arrivo di un collega, il ritorno di un ospite affezionato, il calore di un’atmosfera. Nella descrizione della dimensione dinamica del divenire, le immagini regalano il loro prezioso potenziale.
Se vogliamo che le immagini diventino a tutti gli effetti uno dei linguaggi usati per raccontare la storia dell’hotel, la loro periodica realizzazione deve essere considerata nella pianificazione delle attività marketing. La fotografia deve assumere una veste dinamica, e le immagini vanno pensate e scattate in base a ciò che vogliamo comunicare all’ospite cosi come il testo di una nuova newsletter viene pensato e scritto allo stesso scopo.
Così le immagini, siano esse sul sito web, sui social media o nelle newsletter, offrono un significativo contributo a scrivere la storia dell’hotel.
Crediti fotografici: Stefano Butturini
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