Shhh … Silenzio
Shhh…scrivono alcuni hotel sul cartello che l’ospite appende alla porta per segnalare alle signore ai piani di non disturbare.
Abbiamo ritmi di vita veloci, le liste di cose da fare si allungano, pensiamo al passato, al futuro, desideriamo sempre qualcosa di nuovo e di più. Viviamo nel rumore, che si manifesta in diverse forme fuori e dentro di noi, siamo costantemente sovraccarichi di parole, suoni e input visivi.
La tecnologia ci consente di essere sempre connessi, e senza dubbio fornisce strumenti utili per il nostro lavoro, che facilitano la comunicazione, il reperimento di informazioni e il mantenimento dei contatti. E quando il mondo esterno ci dà tregua, sono i pensieri, nella nostra mente, che circolano senza sosta in un incessante movimento, non meno faticoso anche se più silenzioso, che prende il controllo delle nostre azioni.
Non ci è mai capitato di sentirci a disagio nel silenzio assoluto di casa, cercando la musica o la televisione per riempire quello spazio che percepiamo come un vuoto da allontanare? “Il tuo cuore sta cercando di dirti qualcosa ma non sei ancora riuscito a sentirlo perché la tua mente è stata piena di rumore” scrive il monaco e studioso buddhista Thich Nhat Hanh ne “Il Dono del Silenzio”.
Per crescere e divenire, servono spazio e quiete ed il silenzio, la calma del rumore della mente, è una condizione fondamentale per ascoltare dentro di sé in profondità. “Il silenzio è fondamentalmente qualcosa che viene dal cuore, non da un insieme di condizioni al di fuori di noi […]. Ci sono momenti in cui pensiamo di essere in silenzio perché tutt’intorno a noi non c’è alcun suono, ma a meno di riuscire a calmare la nostra mente, dentro la nostra testa il parlare continua, costante”.
Se il PENSARE prende il controllo, non siamo più in grado di SENTIRE.
Dobbiamo coltivare il silenzio, ricercando momenti di silenzio esteriore, che ci aiutino a creare le condizioni di realizzazione di un più prezioso e importante silenzio interiore che allontani le distrazioni e appuntisca la concentrazione. Il non pensare è un’arte e come ogni arte richiede pratica, costanza e pazienza. Con alcuni piccoli accorgimenti possiamo riaccogliere il silenzio nelle nostre giornate:
- al risveglio, almeno per mezz’ora o meglio per 1 ora, non utilizziamo il cellulare;
- durante la notte teniamo il telefono in modalità aereo e ripristiniamo la linea telefonica fissa per eventuali chiamate di emergenza;
- godiamoci un paesaggio o un momento felice in famiglia senza fotografarlo e senza postarlo online;
- soprattutto se non si pratica abitualmente la meditazione, prendiamo l’abitudine di ritagliarci 10 minuti di silenzio al giorno, meglio al mattino prima di iniziare la giornata.
Questi rituali miglioreranno la qualità del nostro tempo, incrementando la concentrazione, troppo spesso frammentata da modalità comunicative invasive che ci raggiungono sempre e ovunque.
Impariamo a coltivare leggerezza e spazio nel cuore per ascoltarci e comprendere gli altri. Impariamo a trovare la quiete per liberarci dai nostri pensieri e permettere che anche il nostro sentire possa nutrire le nostre azioni.
E così “[…] il silenzio parve diverso. Era vero silenzio perché tutti avevano smesso di pensare”.
LIBRI CONSIGLIATI:
“Il Dono del Silenzio” del monaco e studioso buddhista Thich Nhat Hanh (da cui sono tratte tutte le citazioni del testo)
“La cura del silenzio” di Kankya Tanner
Crediti fotografici: Stefano Butturini
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